Ero vittima di bullismo, Fabrizio Brignolo: Oggi ne ho fatto la forza del mio lavoro

Written by

Trattare tematiche delicate come il bullismo non è mai facile, sono episodi che non si dimenticano, dolorosi sia a ricordarli che a parlarne.

Ricordi del suo passato e del suo presente, Fabrizio Brignolo comico di professione ed ambasciatore di ACBS – Associazione Contro il Bullismo Scolastico ODV.
Fabrizio racconta di provenire da una realtà di campagna in provincia di Asti, ha frequentato le scuole elementari e medie in un paese dove si conoscono tutti. L’ambiente sociale e scolastico è sereno, ci si rispetta tra compaesani e le maestre rivestono un ruolo quasi materno che va altre le sole competenze scolastiche.
Durante il periodo scolastico delle scuole medie Fabrizio riceve delle prese in giro anche se in maniera lieve e reagisce utilizzando l’autoironia, una risposta che diventa sempre più pronta all’occorrenza. I problemi più seri di bullismo iniziano quando Fabrizio frequenta le scuole superiori all’età di 14 anni. Alcuni allievi dell’istituto lo schernivano sul modo di vestirsi e per non indossare abiti firmati, gli tiravano i calci nello zaino mentre si attendeva l’ingresso, cori sui nani, sputi e minacce dove spesso per timore Fabrizio era costretto a portare anche 2 zaini in segno dì sottomissione. Il problema non migliora nel viaggio verso casa dove il mezzo di trasporto per tornare alle 14 era il treno Asti-Chivasso, dove viaggiavano veterani di oltre 20 anni sconosciuti e temuti da tutti. Ad alcuni ricorda Fabrizio Brignolo: “veniva tirata la cartella o l’astuccio fuori dal finestrino del treno in corsa” dunque il timore di venire colpito era altissimo, e per collaborare in alcuni casi era costretto a camminare sul portapacchi del treno dove veniva bruciato con un accendino, altre volte sfruttato come facchino o coinvolto in giochi con violenze verbali e non solo. Questi bulli prendevano in giro Fabrizio inventando delle filastrocche sulla sua persona, scaricavano su lui la loro rabbia pur non essendo provocati perché lui era un nano da picchiare. Questa condizione in cui il protagonista del racconto abbia subito atti di bullismo e violenze fisiche e psicologiche è durata per i primi 2 anni di frequentazione delle scuole superiori, in quanto Fabrizio, a 17 anni, ha voluto reagire e trovare il modo per non subire violenze.

Quando queste violenze sono iniziate lui pensava che fossero normali, gli altri minimizzavano, gli dicevano che anche loro le avessero subite come una tradizione ma, giustamente, Fabrizio Brignolo si è subito reso conto che questi atti non lo fossero. Durante questo periodo ha iniziato a lavorare nella discoteca della sua città prendendo confidenza con le persone che la frequentavano e conoscendo alcune figure di spicco che davano una certa protezione e rispetto nell’ambiente. Purtroppo questo momento è coinciso con la malattia del padre che, dopo pochi mesi, lo ha portato via.

La perdita del padre ha inciso tanto nella vita di Fabrizio che si è sentito responsabile verso sua madre e ha sempre evitato di arrecarle dispiaceri. Inizialmente Fabrizio ha tentato di giocare a calcio ad alti livelli ma, per esigenze familiari ed economiche ha dovuto smettere nel momento migliore a 17 anni nella categoria di eccellenza, si è dedicato poi al futsal e alla recitazione comica, come promesso al papà che stimava e seguiva tanto i suoi obbiettivi calcistici e ripeteva spesso che era simpatico poteva far il comico. In situazioni come questa che ha vissuto da protagonista, un giovane potrebbe correre il rischio di cadere nel mondo della droga e della delinquenza dove è più facile trovare riparo, soldi protezione oppure reagire come, responsabilmente, ha scelto Fabrizio provando a fare qualcosa di concreto in memoria del papà. Essendo molto ironico, egli ha utilizzato l’autoironia come metodo per far sì che le prese in giro e atti di bullismo s’interrompessero. Fabrizio è riuscito a trasformare il suo dolore diventando leader simpaticone della scuola, e durante l’ultimo anno scolastico è diventato rappresentante d’istituto e proprio grazie all’ironia spiegava ai più giovani come stroncare i vari tipi di violenze e persecuzioni. Egli si è sempre rifiutato di attuare atteggiamenti bulli e violenti, evitando il divulgarsi di atti di bullismo e anche i suoi compagni di scuola ed amici hanno seguito il suo modello di comportamento da ribelle che combinava anche lui guai ma dalle grandi risate. Ad esempio, a San Valentino ‘’la festa del primino’, il massimo che si facesse ai “primini” era scrivere una “P” su una mano o sulla fronte oppure organizzando mini recite ironiche tra ragazzi senza mai esercitare violenza su nessuno studente trasportando sull’idea quasi 200 alunni delle varie quinte intenzionate all’evento. Dunque l’autoironia è diventata una salvezza per Fabrizio, ha contrastato l’essere preso di mira venendo invece ascoltato perché provocava risate che smorzavano atteggiamenti e frasi bulle. Un altro modo di utilizzare l’ironia è stato prendere in giro i professori, anche se questi non fossero presenti e lo apprezzavano perché trovavano il suo modo di scherzare veramente divertente, senza mai offendere nessuno. Dopo vari anni nell’istituto frequentato dal protagonista, è stato aperto uno sportello contro il bullismo e Fabrizio Brignolo ha partecipato all’inaugurazione di questa iniziativa raccontando la sua esperienza. Una ragazza è referente di questo progetto ponendo rimedio avvisando i genitori e, in casi gravi, un alunno può anche venire spostato in un’altra scuola. Durante la prima puntata del programma televisivo “Colorado 2020”, Fabrizio ha conosciuto il presidente dell’Associazione contro il bullismo, Vincenzo Vetere. Vincenzo ha proposto al comico di diventare ambasciatore dell’associazione “ACBS – Associazione Contro il Bullismo Scolastico ODV”.

Fabrizio vorrebbe scrivere un libro a livello nazionale, che sia fonte d’ispirazione per chi subisca sopraffazioni e sia d’aiuto e d’esempio affinché queste violenze non accadano più.
Una persona che ha subito atti di bullismo, per reazione, potrebbe essere portato ad agire attuando violenze su sé stesso o sugli altri per la rabbia che ne consegua. Il fatto di essere diventato attore comico ha aiutato molto Fabrizio a superare le sofferenze subite. La sua diversità e debolezze sono diventate la forza del suo lavoro, ironizzando sempre sulla sua altezza che oggi lo aiuta a vivere serenamente. Questi atti violenti hanno ancora ripercussioni sulla vita sociale di Fabrizio, temendo il giudizio altrui ed essendo diffidente. Dopo aver lavorato su ciò che gli sia successo, sia nella vita familiare, sacrifici nella vita quotidiana e bullismo subito, Fabrizio è stato molto segnato ne ha tratto il meglio.

Sara Tuveri

 

Last modified: 9 Maggio 2021