La storia di A. – Il mio inferno con il bullismo

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A. ha voluto raccontare alla nostra Associazione la sua storia dopo aver subito atti di bullismo.
La ragazza ha 25 anni, abita nella provincia di Como, è stata vittima dei bulli durante la frequentazione delle scuole Elementari, Medie e Superiori.
Quando A. ha 9 anni inizia a manifestare la balbuzie per sue insicurezze e questo è stato un pretesto per i bulli per prenderla in giro.
I compagni le dicevano frasi cattive, battute per il cognome, persecuzioni, spintoni, pallonate e calci in pancia.
La ragazza racconta che il bullismo peggiore l’ha subito durante le lezioni di catechismo. Qui i bulli le
distruggevano i suoi oggetti, le nascondevano la cartelletta sopra un mobile in modo che la vittima non
riuscisse ad prenderla.
Durante il percorso scolastico, A. era timida e, per questo, i compagni la prendevano di mira. Le compagne facevano gruppo escludendo la compagna, non la invitavano alle feste o uscite e lei ne ha sofferto.
La coordinatrice di classe e gli insegnanti erano a conoscenza di questi atti di bullismo di cui A. era vittima ma non sono mai intervenuti.
Anzi, le figure preposte all’educazione non solo non hanno aiutato la ragazza quando subiva bullismo ma, sono state complici di quella situazione.
La ragazza si ricorda che un giorno dei compagni le avessero rubato la merenda, lei l’ha recuperata e un bullo le ha sferrato un calcio nello stomaco. A questa terribile scena ha assistito un compagno che ha difeso la vittima. La mamma del bullo è stata convocata dalla preside ma non sono stati presi provvedimenti.
Una volta dei bulli, visti passare dalla mamma di A., avevano trovato il flauto della vittima, l’hanno tagliato con delle forbici e poi gliel’hanno imbucato nella cassetta delle lettere. Anche questo fatto è rimasto impresso nella memoria della vittima.
A. raccontava poco ai genitori di ciò che succedeva a scuola, la ragazza preferiva sopportare senza far preoccupare i genitori. In seguito A. si confida con un’amica di famiglia che l’ha aiutata anche parlando con la
catechista e con dei compagni. Quando A. ha all’incirca 17 anni, inizia a manifestare attacchi di panico vivendo disagio e malessere grandi.
A. ritiene che queste sono cicatrici che una persona si porta sempre dentro, bisogna fare un lavoro su se
stessi. A. vorrebbe essere d’aiuto alle altre persone, raccontando la sua esperienza, vorrebbe recarsi nelle
scuole, organizzare giornate educative, spiegare ai ragazzi quali sono le conseguenze del bullismo.
Ora la ragazza si sente più sicura di se stessa e sta lavorando su stessa per lasciarsi alle spalle le brutte esperienze.
Ringrazio tanto A. per aver condiviso la sua esperienza con me, un forte abbraccio,

Sara Tuveri

Last modified: 18 Maggio 2022