Cyberbullismo, crescita allarmante

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L’avvocato Antonio La Scala che a Lecce dal 2004 è presidente e fondatore di “Gens Nova odv”, organizzazione di volontariato che si occupa di bullismo e cyberbullismo e anche di violenza di genere, assiste le vittime sia sull’aspetto legale che psicologico, dal momento della denuncia sino all’ultimo grado di giudizio.

La Scala porta alla luce l’aumento allarmante del cyberbullismo a livello regionale e nazionale, rilevando i dati presi dal 2020 e dal 2021. La causa di questo incremento è da attribuirsi al Covid e al lockdown, in quanto i ragazzi passano tra le 6 alle 8 ore al giorno in rete sia utilizzando il cellulare che col computer.

Il decreto legislativo numero 71 del maggio del 2017 definisce cosa è il “cyberbullismo”. E’ un insieme di condotte attuate per via telematica e online tramite: molestie, ricatti, ingiurie, denigrazioni, diffamazioni, furti d’identità, alterazioni, manipolazioni e trattamento illecito di dati personali a danno di minori.

La pena per questi reati dipende dal tipo di colpa commessa, possono variare da un minimo di pochi mesi ad un massimo di 6-7 anni.

Grazie all’intervento della polizia postale sono stati oscurati siti web e arrestati colpevoli, soprattutto per due forme di cyberbullismo più gravi, quali il “sexting” e “addescamento”. Il primo comportamento consiste nel selfie a sfondo sessuale: il minore che si fotografa nudo, seminudo o in atteggiamenti sessuali e invia lo scatto ad un amico che, a sua volta, lo invia ad altri amici.

Questo reato s’inserisce nella condivisione di materiale pedopornografico, reato molto grave che il codice penale punisce con una pena da 1 a 5 anni di reclusione. Su questo aspetto si ha avuto un incremento del 60% rispetto all’anno prima, che riguarda video a sfondo sessuale realizzati da minori, la maggior parte dei quali inferiore ai 14 anni.

L’addescamento si riferisce al maggiorenne che, fingendosi minorenne, addesca minori a scopo sessuale per riuscire ad incontrarli e ad abusarne.

Due anni fa alla Camera è stato approvato un disegno di legge che introduce il reato di bullismo, in seguito il Covid ha bloccato i lavori dei parlamentari.

Ancora non esiste una definizione normativa, ma grazie a due sentenze della Corte di Cassazione, il bullismo fa parte del reato di stalking, cioè: atti persecutori, in quanto richiede una reiterazione di condotte moleste, violente, diffamatorie, ingiuriose ai danni di una persona debole, sia minorenne che maggiorenne e che si prolungano nel tempo.

Un genitore potrebbe accorgersi se il proprio figlio è bullo o vittima di bullismo quando il ragazzo manifesta comportamenti di prepotenza, arroganza, maleducazione, menefreghismo e atteggiamenti simili.

Quando un figlio è vittima di bullismo o di cyberbullismo, i segnali per capirlo possono essere: isolamento in casa e anche tra i familiari, se manifesta il non voler andare a scuola e non voler uscire di sera.

Attraverso un’educazione che inizia dall’infanzia, passando poi per l’adolescenza e nei confronti dei genitori, la società si adopera per contrastare il diffondersi di questi fenomeni.

Grazie all’intervento di Gens Nova odv di recarsi presso le scuole d’Italia per diffondere supporto informativo, in quanto il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo sono legati a ragioni culturali e non allo stato sociale.

La fascia d’età maggiormente colpita da questi comportamenti è tra i 10 ai 14 anni.

Un adolescente vittima di bullismo o cyberbullismo deve denunciare subito ciò che gli succede ai genitori e ai docenti e, nei casi più gravi, può rivolgersi alle forze dell’ordine.

Le vittime di questi reati manifestano: stati d’ansia, depressione, isolamento e, nei casi più gravi, suicidio e tentato suicidio.

Invece un adolescente che sta dalla parte dei bulli, giuridicamente non può essere definito vittima di bullismo, in quanto è complice dei più forti, a meno che non dimostri di aver agito in modo inconsapevole in quanto impaurito da eventuali vendette da parte dei bulli.

La Scala ricorda un fatto che l’ha colpito profondamente, durante l’orario di uscita da scuola, un bambino fu spinto giù per le scale riportando una triplice frattura della rotula che per anni non potè fargli svolgere la vita normale di una suo coetaneo. A causa di questa vicenda, il ragazzo entrò nella spirale della depressione e ri rivolse all’aiuto di uno psichiatra.

 

Sara Tuveri

Last modified: 10 Gennaio 2022