Storia di Nicola: 20 anni tra le cattiverie

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Nicola Abis ha 20, abita a Dolianova, un paese vicino a Cagliari, pratica kick boxing e, durante l’adolescenza, ha vissuto delle esperienze dolorose che è riuscito a superare grazie all’aiuto della mamma Monica, del papà Marco e della sorella Carlotta.

Nicola è un ragazzo autistico, questo disturbo gli è stato diagnosticato quando aveva 3 anni. Ne è seguito un lungo percorso di terapie per poter essere autonomo e autocontrollarsi.

Purtroppo i suoi coetanei non capivano e lo prendevano in giro e hanno attuato su lui atti di bullismo.

Nicola non si è mai arreso, non ha mai nascosto la sua condizione e vorrebbe che il prossimo guardi il mondo come lo vede lui.

Il ragazzo ha scritto un libro “Prendi la mia mano blu”, pubblicato da Eriksson e presto in libreria, racconta l’autismo spiegato da una persona affetta da questo disturbo. Nicola spiega che il colore blu rappresenta il colore dell’autismo e che non è una colpa essere autistici e non esiste motivo per subire le cattiverie altrui. Nel libro viene raccontata la vita di Nicola, come lui la vede e i suoi 17 anni di terapia.

Il percorso del ragazzo è stato lungo e non semplice, sia per lui che per la sua famiglia e sono stati sostenuti da un’equipe di specialisti. La pedagogista Valeria Porcu è diventata  una seconda mamma per Nicola e lo ha aiutato a reagire.

Quando il ragazzo era in quinta elementare ha visto un cartello informativo sull’autismo e ha iniziato a capire di cosa si trattasse. A 13 anni a Nicola gli specialisti hanno fatto prendere coscienza della sua condizione. Il ragazzo ricorda quei momenti come dolorosi, li viveva come un incubo, si domandava il senso di vivere la sua condizione. Questa presa di coscienza porta Nicola a sfogarsi piangendo.

Quando il ragazzo aveva 1 anno i genitori avevano percepito qualcosa di anomalo nel loro figlio in quanto non reagiva, non si lamentava, non piangeva quando aveva fame o sete. Anche la sorella Carlotta, che oggi ha 24 anni, ha sempre aiutato il fratello, facendo con lui i compiti nelle sale d’attesa, la merenda in macchina, giocava da sola in quanto il fratello si è accorto di lei verso i 5/6 anni.

Dopo tante sofferenze, Nicola pensa che raccontare la sua storia e riportandola su un libro, possa essere d’aiuto per lui e per chi viva la sua condizione.

Il ragazzo riporta che le persone possono essere molto cattive, quando era piccolo veniva picchiato se provava a giocare con gli altri bambini.

Durante le scuole medie veniva deriso, alle scuole superiori i compagni lo offendevano dicendogli che fosse omosessuale e il ragazzo ritiene che non sia motivo di scherno. A questa situazione dolorosa si aggiunge l’arroganza dei genitori dei compagni che sostenevano che Nicola fingesse di essere autistico per ottenere dei vantaggi.

Malgrado queste sofferenze, il ragazzo non si è arreso e si è fatto aiutare nel suo percorso. Praticare kick boking l’ha aiutato ad accettare la sua condizione e a controllare le reazioni. Da quando Nicola ha 8 anni viene seguito dall’allenatore Siro Serra che è diventato un secondo padre.

Il ragazzo ha il sogno di diventare un atleta professionista negli sport, nonostante sua mamma si spaventi a quest’idea. Nicola promette bene ed è arrivato secondo ai campionati nazionali di kick boxing.

Il ragazzo ha raggiunto un altro traguardo importante diplomandosi all’Istituto “Giua” di Cagliari e ha nuovi amici e vari interessi.

Nicola è felice vedendo i suoi progetti realizzarsi e ha avuto l’idea di praticare sport all’aperto a Dolianova.

Inoltre il ragazzo tende sempre la sua “mano blu” a chi vuole imparare a rispettare il prossimo e a reagire alle ingiustizie.

 

Sara Tuveri

 

 

 

 

 

Last modified: 10 Gennaio 2022